Nonostante la mancanza di un distributore realmente interessato al progetto (o forse proprio a causa di questo motivo, nella speranza di guadagnare consensi e investitori) e il fallimento del progetto I Am Alive (affidato dalla Ubisoft inizialmente alla Darkworks, poi alla Ubisoft Shangai e infine, a pochi giorni dall’uscita, definitivamente abbandonato) la Darkworks ha deciso di riprovarci diffondendo la prima demo (ancora a livello altamente sperimentale) giocabile dello shooter d’atmosfera apocalittica, meglio post-apocalittica, Black Death.
TRAMA DI BLACK DEATH
Come si intuisce dal nome, dai pochi minuti di gameplay a disposizione e dai videogiochi precedentemente sviluppati dalla casa francese, protagonista del videogame è un ancora imprecisato personaggio da noi impersonato che, dopo esservi svegliato nel bel mezzo di una città costiera degli Stati Uniti (San Francisco?) distrutta e devastata da un innominato “male”, si ritroverà costretto a combattere contro questo “male” impersonato da innumerevoli zombie e cadaveri reviviscenti e da una strana, mortale, nebbia nera ed oscura che, posandosi al suolo, assumerà le sembianze dei nostri nemici (sarebbe corretto pensare il contrario?).
GAMEPLAY DI BLACK DEATH
Detto tutto quello che, finora, si è riusciti a scoprire sulla trama del nuovo prodotto Darkworks, passiamo ad analizzare il gameplay del videogame che è caratterizzato da una doppia faccia.
Giocando alla demo, infatti, si capisce immediatamente come tutti i “mostri” che si frapporranno tra noi e la nostra, sconosciuta, meta, saranno eliminabili secondo il medesimo schema, non presentando mai, al proseguire del gioco, maggiori difficoltà o complicanze interessanti che possano rendere meno noioso il gioco o possano far sorgere il (legittimo) sospetto che esso sia stato sviluppato grazie alla versione gratuita di Unreal Engine.
Nonostante questo il gioco prevede una chicca molto gustosa, sotto forma di mini-gioco, consistente nel trovare un laboratorio abbandonato grazie al quale ci sarà possibile creare una quantità virtualmente infinita di armi chimiche grazie ai più disparati prodotti che ci sarà data la possibilità di scovare nella città abbandonata.
