Atari, una delle più celebri ed importanti case di videogiochi, è andata in fallimento. Infatti, la storica azienda produttrice di videogiochi, di cui, durante gli anni Settanta, ha fatto parte anche Steve Jobs, ha richiesto il “chapter 11” al tribunale newyorkese, ovvero l’amministrazione controllata.
Per tutti coloro che non hanno una minima conoscenza in materia giuridica, questa richiesta equivale a mettere la parola fine alla celebre storia di questa casa di videogiochi: Atari, trascorsi 40 anni dal momento in cui è stata creata, deve dire addio al mondo videoludico, dopo aver dato alla luce dei titoli davvero molto importanti, come ad esempio Pong, Asteroids e Centipede.
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Proprio per merito di Atari e del suo scatolone di color nero con i due joystick che si potevano collegare al televisore, sono nati i primi videogames, che poi si sono tradotti in una vera e propria mania che riguarda ormai più di una generazione di giovani.
La storia ed il successo di Atari vanno di pari passo: tutto inizio dagli anni Ottanta, con il rilascio sul mercato della console Atari 2600, che riuscì a piazzare sul mercato mondiale più di trenta milioni di esemplari, ma a partire dagli anni Novanta cominciò un lento declino, sopratutto per via della grande concorrenza rappresentata da Sony con la PlayStation e della Sega.
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Nel corso degli ultimi anni, per potersi risollevare dal buco nero in cui si è trovata, l’azienda Atari ha fatto il suo esordio anche nel mondo delle app su smartphone e tablet, ma ciò non è servito, dal momento che non l’idea non ha avuto grande successo.