È esplosa in questi giorni la polemica sulla presenza di cheater nel videogioco Call of Duty. La loro presenza sempre più incisiva nelle partite di tutti gli appassionati è arrivata addirittura a danneggiare chi con lo streaming ci lavora. Il malcapitato è il famoso streamer e proplayer italiano Giorgio Calandrelli aka Pow3r divenuto suo malgrado vittima dei cheater, dei streamsniper e degli hater che magari nemmeno conoscono il mondo dello streaming pensando che non possa essere un lavoro che fa vivere una persona.
Il tutto è cominciato quando Pow3r ha pubblicato questo video (postato subito sopra) dove, esausto per essere stato vittima di attacchi per tutta la settimana da cheater e streamsniper che gli hanno reso la vita da streamer abbastanza difficile. Gli streamsniper altro non sono che giocatori intenti a disturbare la quiete di una persona durante la sua live andandola a cercare subito in qualsiasi punto del gioco lo streamer si trovi. Aggiungeteci che molti usano il cheating, ovvero trucchi che facilitano le uccisioni, ed ecco che dunque Pow3r ha perso la ragione, tanto da fare il video e pubblicare un post su twitter che ha dato via all’hastag #FIXWARZONita ovvero un appelo verso Activision a prendere provvedimenti sulla presenza di cheater nel loro gioco, che stanno rendendo la vita difficile a tutti.
Purtroppo però la vicenda non è finita li. Dopo le polemiche di Pow3r, lo streamer è divenuto vittima di “blackmail” ossia un vero e proprio ricatto che va a minare completamente la sua vita lavorativa. Infatti i cheater hanno avanzato pretese nei suoi riguardi prima accusandolo di essere lui stesso un cheater, poi di girare la prossima settimana di live con la telecamera puntata sullo schermo. A quanto pare non è bastato dimostrarlo nel video di cui sopra, dove Pow3r gioca e vince una partita proprio con questo metodo, per dimostrare di essere semplicemente bravo. I cheater, trasformati ora in ricattatori, hanno avanzato questa richiesta. Nel caso in cui si rifiutasse non smetteranno di dargli fastidio, durante le partite. Attualmente Calandrelli sembra non intenzionato a sottostare ai ricatti di queste persone ed invita Activision a prendere seri provvedimenti. A questo punto dovrebbe chiedere aiuto anche al team di cui fa parte, i Fnatic, per far prendere ancora di più risonanza a questo caso. Pow3r alla fine è soltanto una persona che ha una certa visibilità e fa questo come lavoro, ma è solamente la punta dell’iceberg di una comunità di giocatori sempre più affranta dalla presenza di cheater nei giochi.