Una scelta che aveva generato un mare di polemiche: Ubisoft, qualche settimana fa, aveva annunciato una sorta di censura di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege in alcuni mercati. I paesi coinvolti erano prevalentemente asiatici e la casa di produzione aveva intenzione di “oscurare” immagini con riferimenti espliciti ad argomenti come sesso, gioco d’azzardo o più semplicemente violenza. Anche scene di sangue, che vediamo comunemente su altri titoli anche più blasonati, sarebbero passati sotto le cesoie della censura.
La community di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege ha messo in moto un’onda di protesta che, quasi in modo inaspettato, ha convinto Ubisoft a fare marcia indietro. Più in particolare gli utenti si sono accaniti sul noto sito Metacritic, generando una situazione decisamente complicata da gestire per il produttore.
Ubisoft, per entrare nello specifico, aveva “pulito” alcuni contenuti presenti nella Stagione 4 dell’anno 3. Gli esempi che sui vari social e piattaforme per la community di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege circolavano sono emblematici: pugni invece di coltelli, night club senza immagini di signorine intente a ballare la lap-dance, addirittura teschi oscurati. Insomma, qualcosa di anacronistico.
Alla fine Ubisoft si è arresa ed ha comunicato che Tom Clancy’s Rainbow Six Siege, col nuovo aggiornato Operation Wind Bastion, non subirà alcuna modifica in Asia.