Uncharted 3: un finale che non regge le aspettative

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Uncharted 3 ha un po’ deluso le aspettative dei giocatori e degli appassionati di questa importante generazione di console.
L’ultima avventura di Nathan Drake che incuriosisce certamente da un punto di vista “estetico”, data la numerosa presenza di effetti speciali, ma che difetta per quanto riguarda una storia non all’altezza delle aspettative.
Nathan Drake è un lontano parente del famoso Sir Francis Drake: si tratta di un personaggio molto pratico, sempre pronto ad evitare agilmente ostacoli e difficoltà quanto abbastanza risoluto nell’uso delle armi.


La serie di Uncharted si fonda essenzialmente su queste tre caratteristiche del personaggio principale.

Ovviamente, la passione e l’esperienza che può vantare nei confronti dell’archeologia spinge Drake alla ricerca di tesori e relitti da portare a galla dopo decenni, se non secoli, di misteri e buio.

In Uncharted 3 lo scopo è quello di trovare la città perduta di Iram at-al’imad: una ricerca che può contare su delle importante e coinvolgenti scenografie (anche per merito degli artisti della Naughty Dog, che si è avvalsa dei più importanti grafici per coronare uno scenario degno di una città misteriosa e sperduta.

La seconda serie aveva retto il rapporto tra grafica e giocabilità molto bene: un equilibrio che non è proseguito nel terzo ed ultimo capitolo, in cui le mille sparatorie, misteri e ricerche sono troppo concitati e concentrati, tanto da far perdere quel minimo di senso di sorpresa che dovrebbe accompagnare il giocatore man mano che va avanti nel videogame.

Senza ombra di dubbio Uncharted 3 è un colossal dal punto di vista della grafica, ma lascia un pizzico di amaro in bocca considerando che si poteva finire davvero in grande stile.

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